Metodo, Aree di Intervento e Costi
La mia concezione della persona fa riferimento al modello sistemico-relazionale, l’uomo si pone al centro di una fitta di trama di relazioni con le persone che lo circondano, in primis con i membri della propria famiglia d’origine. Essa costituisce il primo ambiente sociale in cui, tutti noi, abbiamo imparato a confrontarci con l’altro e da cui abbiamo tratto quelle modalità interattive che caratterizzano la nostra identità e la nostra capacità di porci nei rapporti interpersonali.
Osservando e riflettendo sulle dinamiche familiari pregresse si possono trarre importanti indicazioni sul disagio che porta il paziente a chiedere aiuto e, al tempo stesso, tali indicazioni suggeriscono la strategia che ci permette di condurre ciascuna persona a giungere al proprio traguardo.
Il percorso terapeutico prevede un primo incontro conoscitivo che abbia la finalità di illustrare il metodo di lavoro e dare uno sguardo preliminare al disagio di cui è portatrice la persona. Seguirà il vero e proprio percorso di supporto che, all’inizio, si focalizzerà maggiormente sul recupero di informazioni utili per il proseguio e sull’individuazione degli obiettivi terapeutici che dovranno essere perseguiti di seduta in seduta, in modo da restituire al paziente un nuovo equilibrio.
Capire la sintomatologia e individuare la giusta strategia per farvi fronte.
Analizzare insieme gli equilibri esistenti per lavorare insieme sulla relazione.
Supporto per coloro che stanno affrontando un percorso di riabilitazione medico.
Individuare le strategie più efficaci per approntare un metodo di studio efficace.
Tecniche e simulazioni per affrontare al meglio il colloquio di lavoro.
I più comuni disagi della psiche che oggi colpiscono le persone sono presenti in varia misura in ciascuno di noi. Ognuno di noi ha una componente di ansia e depressione, ognuno ha le sue manie e le sue paranoie. Quando tuttavia queste componenti diventano negative? Esiste un punto di non ritorno in cui queste componenti psicologiche, con le quali si convive inconsapevolmente, diventano tossiche e condizionano fortemente la nostra serenità quotidiana. Spetta a noi comprendere che, ad un certo punto, non siamo più sereni e interrogarci se al nostro interno qualcosa si sia sbilanciato. Quando la patologia è fisica, la diagnosi è più facile: dolori fisici e vari malfunzionamenti del nostro corpo sono un chiaro campanello d’allarme, spesso basta infatti un’analisi attenta dei valori all’esame del sangue o di una lastra radiografica per accertarsi scientificamente e rapidamente se ci sia qualcosa che non sta andando nel verso giusto. Con i problemi psicologici è diverso, essere consapevoli del proprio star male è più complesso perché ammettere di avere un problema psicologico spaventa di più.
L’ansia è quel meccanismo che ha permesso da sempre alle persone di adattarsi al meglio all’ambiente di vita. Quando è presente nella sua forma più positiva, crea quella forma di stress, eustress, che ci rende più vigili e più concentrati, e quindi pronti all’azione. Quando questi livelli vanno oltre il limite positivo si genera distress che colpisce gradualmente ogni attività quotidiana riducendone l’efficacia e diminuendo la qualità della vita sociale e relazionale dell’individuo. Se la sintomatologia divenisse più importante, con manifestazioni fisiologiche e fisiche evidenti, è importante capire qual è la causa relazionale nascosta che porta la persona a sviluppare questi specifici sintomi.
La depressione è uno dei mali più insidiosi dei nostri tempi, si classifica entro i disturbi del tono dell’umore comprendenti sia quei disturbi che “iperattivano” la persona, sia quelli che ne anestetizzano l’umore; s’insinua spesso lentamente, quasi inosservata, nascondendosi dietro eventi specifici che fungono da capro espiatorio, rispetto ad altri che ne hanno innescato il germe nel passato e che sono la reale causa del male.
Le depressioni, al plurale perché ce ne sono di varie tipologie, possono insorgere improvvisamente a seguito di eventi che hanno avuto per la persona un impatto importante, oppure, possono essere latenti ed emergere gradualmente man mano che la persona si sente invecchiare o deresponsabilizzare da ruoli e mansioni che ha da sempre ricoperto con successo. Anche in questo caso le cause sono da ricercare nelle relazioni passate e da come la loro combinazione abbia favorito l’insorgere di questa piaga.
Questi disturbi sono stati e sono ancora quelli che più spaventano, perché hanno, soprattutto nell’anoressia nervosa, un riscontro diretto nel cambiamento del corpo di chi ne soffre. La valenza del disturbo alimentare può essere compresa appieno pensando a quanto spesso ci si rifugi, o si rifugga, negli alimenti per compensare qualcosa che non funziona o non ci soddisfa. Ma cosa succede quando l’assunzione o la rinuncia al cibo non basta più a compensare il disagio interiore che attanaglia la persona? Ecco che l’insoddisfazione si fa incontrollabile e il cibo diviene l’unico elemento su cui la persona ha potere e che le permette di sentirsi ancora in grado di gestire la propria esistenza. Le famiglie, più che in ogni altro disturbo, sono centrali nell’indagine delle dinamiche che portano all’originarsi di tali disturbi che spesso vedono il loro esordio nel fragile periodo dell’adolescenza.
Per “ossessione” intendiamo comunemente pensieri e impulsi che sovvengono in maniera molto ricorrente, le “compulsioni” sono invece comportamenti agiti senza un apparente senso e ripetuti più volte meccanicamente. Sono sintomatologie non comuni ma che, se presenti, possono bloccare totalmente la persona. Il soggetto che soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo prova disagio verso i suoi comportamenti, ne è infatti in parte consapevole e se ne vergogna, entrando in un circolo vizioso che lo blocca. In condizioni di quiete chi soffre di questi disturbi è una persona che si distingue sul lavoro per la precisione e l’accortezza nello svolgimento delle sue mansioni, quando, tuttavia, tale senso di controllo degenera e comincia a fungere da modalità controllante, queste manie si fanno sempre più intense bloccando la persona in una serie di condotte e pensieri ricorrenti dal quale non riesce più a evadere.
La coppia e la famiglia sono gli ambienti della Relazione, all’interno della coppia e della famiglia si intrecciano e si evolvono molteplici legami relazionali che caratterizzano le nostre vite nella loro quotidianità. Ciascun cambiamento assume significati positivi o negativi a seconda del protagonista che li vive e che li osserva.
Eventi problematici all’interno delle dinamiche di coppia e famiglia generano le crisi. Crisi è “cambiamento” e, come tale, non rimanda necessariamente a qualcosa di negativo o positivo. Sono invece le conseguenze del cambiamento che possono essere vissute positivamente o negativamente! Questa è la cosa veramente complicata, nelle separazioni e nei divorzi, ad esempio, l’atto in sé è molto semplice. La cosa complicata è convivere col cambiamento, riuscire a modificare i propri costumi e le proprie abitudini dopo anni in cui si è condiviso tutto col proprio partner. Qui sta il senso del supporto psicologico!
Alla stessa maniera si devono considerare i cambiamenti che scaturiscono dal crescere dei figli e dalle ripercussioni che tale crescita genera nelle dinamiche familiari, un esempio su tutti è l’entrata nell’adolescenza e le relative conseguenze. Altra circostanza critica interessa il momento in cui gli stessi figli, ormai adulti, escono di casa, e papà e mamma si ritrovano nella condizione di coppia e spesso fanno fatica riconoscersi. Anche in questa situazione il sostegno psicologico permette alla coppia di ritrovarsi e superare la crisi con esito positivo.
Talvolta invece gli elementi di cambiamento derivano dall’esterno, la perdita del lavoro, una bocciatura, eventi politici o catastrofi naturali che mettono a dura prova la tenuta familiare e che, col giusto percorso di supporto, la famiglia, si può permettere di trasformare i vincoli che ne compromettono l’equilibrio in nuove risorse.
A seguito di un intervento chirurgico importante il paziente in recupero dovrà pian piano adeguarsi ad un nuovo stile di vita, con nuove regole e ritmi spesso molto differenti da quelli a cui era prima abituato; tale situazione è molto delicata perché il rischio di generare stress è alto, e, considerato il fatto che il paziente si trova in una fase della vita in cui l’ultima cosa di cui ha bisogno è proprio una condizione di stress, diviene importante il supporto psicologico sia per il degente che per chi lo accudisce, i parenti, a loro volta coinvolti in una serie di cambiamenti dello stile di vita non preventivati e a cui non sempre è facile adeguarsi.
Altra importante area afferente alla clinica sanitaria riguarda la geriatria e la necessità di sostenere la “testa” e l’umore dei nostri anziani nell’ultima parte della loro vita affinché riescano a definire eventuali sospesi e ad abituarsi ai lenti, ma inesorabili, cambiamenti del proprio corpo. Per i familiari invece, il supporto si traduce spesso nel dar nuovo significato alla vecchiaia dei propri genitori e nonni, nel trovare le giuste strategie per relazionarsi con loro e nel fornire la giusta “palestra” per poter superare i momenti complicati che derivano dalla relazione con un persona anziana.
Oggi la scuola e le nuove tecnologie hanno modificato notevolmente il modo con cui i ragazzi e gli insegnanti si approcciano tra loro, non sempre i ragazzi riescono a tenere il ritmo dei programmi scolastici e a comprendere pienamente gli argomenti trattati, lascandosi spesso alle spalle delle lacune che avranno ripercussione sui cicli scolastici successivi.
Una mirata azione di sostegno e supporto scolastico con tecniche d’apprendimento specifiche permetterà agli studenti di imparare più velocemente e meglio. Tale vantaggio risulta decisivo nel caso in cui ci sia la diagnosi di un Disturbo dell’Apprendimento (DSA) o dei cosidetti Bisogni Educativi Speciali (BES).
Oggi più che mai ogni ragazzo ha, prima di tutto, bisogno di acquisire un metodo di studio snello ed efficace che possa permettergli di raggiungere un’autonomia organizzativa nello studio che sarà anche la base di quei processi di autonomizzazione e indipendenza che lo porteranno a diventare adulto.
Affrontare il colloquio di lavoro in maniera vincente per riuscire a colpire il selezionatore è importantissimo in un mondo del lavoro in cui i processi di selezione del personale mirano, nelle fasi iniziali, a sfoltire il più possibile il grande numero di candidati ad una singola offerta.
Imparare a costruire un buon CV, capace di riassumere in poche righe la propria esperienza professionale e la qualità personale del candidato è il primo passo per farsi notare e superare le prime selezioni. La capacità di sostenere il colloquio vero e proprio mettendo in massimo risalto le proprie competenze con una buona capacità di intrattenimento e di marketing personale permetterà di mettere in difficoltà il selezionatore per la scelta finale.
Le tempistiche d’intervento dipendono innanzi tutto dal tipo di prestazione richiesta, e in secondo luogo dal disagio che la persona porta e dalle risorse di cui dispone per cominciare a farvi fronte. La stima temporale nel lavoro psicologico non è di facile previsione in quanto sono molteplici le variabili intervenienti nel percorso.
I costi sono coerenti con il tariffario prestabilito dall’Ordine degli Psicologi Nazionale.